martedì 10 novembre 2009

Torta Caprese al limoncello (senza glutine)














(Questo blog esprime solidarietà ai blog TzatzikiaColazione e Profumo di Lievito per i plagi a cui frequentemente assistiamo)

Il matrimonio per noi meridionali, ma non solo, è un fenomeno di costume, qualcosa che entra di prepotenza nella vita di tutti prima o poi indipendentemente dal ruolo che si svolge.
Sono stato animatore di bambini ed adulti per molti anni e quindi comprenderete bene quanti ne abbia visti...
Ricordo che venivo contattato da 6 mesi ad 1 anno prima, motivo per il quale la prima cosa che anticipavo era che mi sarei occupato dell'organizzazione di tutto il gruppo di fanciulli (mini, junior e baby club) fatto salvo per la mia presenza fisica in quanto non potevo certo prevedere la sessione d'esami all'università con tanto anticipo.
Quello era il classico e preventivato incipit con viso contrariato. Fortunatamente il più delle volte rimaneva l'unico.
Eh sì, perchè quando ti sposi, sei pervaso dalla sensazione di avere potere di vita e di morte su tutti quelli che si accostano al tuo matrimonio...tanto più se li paghi.
Considerate che ho sempre fatto parte di una organizzazione dove l'animatore non era affatto improvvisato ma nel peggiore dei casi si era fatto le ossa nei migliori villaggi italiani ed anche europei, motivo per il quale quando una coppia di promessi sposi si rivolgeva alla agenzia (cui facevo capo) con tanto anticipo si garantiva il servizio nel modo più professionale possibile, riservandosi ovviamente sulla disponibilità dei singoli elementi.
Eppure no! A metà Aprile comunicare le mie date di esame per la sessione estiva era doveroso per chi non aveva mollato la presa del nominativo a tutti i costi e di per sè la cosa era anche più che comprensibile in quanto ho sempre trovato corretto che i clienti sapessero a chi avrebbero lasciato i bambini. Non nascondo che era anche motivo di orgoglio sapere di essere ricercato...e non per essere menato :-P
Tuttavia se solitamente uno studente è scaramantico di suo per certe cose, immaginate quanti gesti apotropaici potevo fare io, rasentando l'autolesionismo in alcuni momenti, quando ero costretto a pubblicizzare i miei giorni 'no'.
D'altro canto l'ago della bilancia pareggiava il conto quando tutti gli sposi mi chiedevano di rendere il loro matrimonio speciale e poi capirete il perchè...di fatto facevano quasi tutti le stesse raccomandazioni e cioè fare in modo che...
"I bambini non rompessero più di tanto"
1) ...al buffet da mille ed una notte, vissuto come assalto all'arma bianca dagli adulti e quindi pericoloso di per sè...(per i più piccoli di solito era ed è sempre previsto un rinfresco a parte);
2) ...al pranzo o alla cena da cento&uno portate ad eliminazione diretta con collassi alcoolemici o da overdosi di zuccheri...di chi ovviamente era sopravvissuto alla precedente bagarre del buffet iniziale;
3) ...al puntuale ballo sulle note del piano bar dove adulti privi di ogni freno inibitorio avrebbero dimenato panze e sorrisi violacei...con immancabili doppi sensi ed urla primitive a contorno...
4) ...durante le fotografie ai tavoli...dove le persone si sarebbero ricomposte alla vista dei fotografi intascando panze, vestendosi di sorrisi psichiatrici dopo aver urlato scompostamente ai figli irrequieti, fingendo pose plastiche ed allungando tripli menti al fine di evitare che la zia lontana guardando un giorno la foto potesse dire "mammamia ma come è invecchiato"...
5) ...alla sacra distribuzione delle bomboniere a fine meeting dove la consegna di mini bidet di ceramica di Capodimonte o in vetro di Murano sarebbe poi stato salutato come l'ultimo gesto ufficiale prima di potersi liberare delle scarpe che puntualmente flagellano i piedi di altrettanti ospiti rendendoli porchette doloranti...ho persino visto 'perfetti' gentleman portarsi alla guida con i soli calzini pur di dare sollievo alle estremità doloranti...per le donne nemmeno commento troppo...alcune sembravano camminare su uova di porcellana rischiando ad ogni passo la caviglia ma senza per questo RINUNCIARE mai ne al tacco ne allo spacco vertiginoso...nel senso che per alcune di loro venivano le vertigini e la nausea ad incrociarne le malcelate nudità...
6) ...al ritorno in macchina. In quel frangente il diktat era che i fanciulli si sarebbero dovuti accasciare per la stanchezza in sonni profondi...motivo per il quale imponevo a tutta la combriccola di minorenni ritmi militari di giochi dove la facevano da padrone gare a staffetta che mi facevano sentire per una giornata intera il miglior Guido Pancaldi o Gennaro Olivieri di Giochi senza Frontiere...tornavo a casa che ancora nel cervello avevo l'eco ossessivo ed a quel punto compulsivo del mio "Attention... trois, deux, un...fiiiiii!".(Senza fischietto ovviamente che ho sempre odiato)
Nelle ore immediatamente seguenti la festa qualsiasi cosa mi si chiedesse, se dal tempo a quale film andare a vedere al cinema ricordo nitidamente che rispondevo solo "Attention... trois, deux..."

Di fatto quella full-immersion nel parentame degli sposi mi svelava nell'arco di sole 5/7 ore la parte oscura delle loro famiglie motivo per il quale quando salutavo era pur vero che loro sapevano il giorno del mio esame tuttavia non erano più in grado di alzare gli occhi...per la vergogna di avermi presentato alcuni parenti poi rivelatisi soggetti borderline da ricovero coatto...
Di quella esperienza oltre all'innegabile bagaglio umano ho sempre portato con me una certa idiosincrasia per lo spreco dei cibi e per i buffet plastificati che compensavo al ritorno a casa (se era un prefestivo o festivo) con qualche dolcetto pescato dal cartoccio (tipica e felice, aggiungerei, consuetudine a casa mia)...e se poi c'era una capresina...era veramente il massimo in quel frangente.
Senza creme, essenziale nella sua golosità di cioccolato e mandorle. Scarna all'apparenza e ricca al palato. L'opposto di quanto avevo visto poche ore prima dove torte nuziali attraversate da cascate di panna e fragole ancora congelate si impastavano insapori come calcestruzzo ai palati insensibili di persone vinte nel gusto e nel fisico dal baccanale medievale.
Entrando a casa sul tardi dopo i convenevoli di prassi...una unica domanda:
"Mà!...che c'è rimasto come dolce??";
Lei:"Vedi un pò...mi sembra un Babbà, la Zuppetta (che non so perchè ma resta sempre orfana prima di incontrare l'ultimo anelito goloso della fogna di turno, solitamente io)...e forse una capresina...".
Nel semibuio della cucina se non la trovavo, no-problem mi 'gettavo' subito su altro ma se c'era..."Attention... trois, deux, un...!!!"

La ricetta originale è di TzatzikiaColazione ma io ho variato qualcosina infatti ho aggiunto una nota di limone che sebbene sembri contrastare con la preparazione invece al palato ci sta molto bene. Infatti affiancandosi alle 5 mandorle amare azzera l'oleosità dei semi stessi a tutto vantaggio del sapore finale 'mandorla&cioccolato'. Il retrogusto di limone quasi pulisce la bocca ad ogni assaggio rendendo il dolce poco stufoso.
Non tutti se ne accorgono vista la finezza ma se ci fate caso a quella nota...diventa irrinunciabile poi ;-)
La prossima volta oserò di più con la buccia grattuggiata di un limone aggiuntivo o facendone una versione al mandarino sempre che qualcuno non la copi prima ovviamente ahahaha
A seguire la preparazione di partenza con i piccoli accorgimenti apportati:

INGREDIENTI: (ruoto diam. 24cm)
170g. zucchero semolato fine;
220g. cioccolato nero fondente 70%;
220g. mandorle con la pelle;
5 mandorle amare;
150g. burro;
5 uovag;
4 cucchiai di Limoncello;
Zucchero a velo per la presentazione;
Farina di mandorle per il ruoto;

PROCEDIMENTO:
Tritare le mandorle (anche quelle amare).
Sciogliere il cioccolato con il burro (ho usato il microonde a bassa potenza, prima con il cioccolato ed aggiungendo il burro solo alla fine, mescolando energicamente con una frusta a mano facendo in modo di incorporarli per bene).
Al composto ancora caldo aggiungo quindi gradatamente ma in rapida sequenza le mandorle, a seguire lo zucchero (opportunamente setacciato), poi i 4 cucchiai di limoncello.
Sfrutto infatti il calore residuo del cioccolato fuso con il burro per agevolare il processo di scioglimento dello zucchero.
Dopodichè sbatto a parte le uova e le aggiungo poco alla volta al resto (oramai freddo) mescolando energicamente tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo che verso in un ruoto da 24 cm in precedenza imburrato ed infarinato (con farina di mandorle per lasciarlo glutine-free).
Ho infornato in forno statico per 10 min a 200 gradi e per 40 min a 170 gradi.
Aggiungo quanto diceva Lydia e cioè se si vuole farle farle monoporzione, va utilizzato uno stampo un pò più grande (26 cm di diam, altrimenti vengono troppo alte) e una volta raffreddata e sformata le si taglia con un coppapasta della misura desiderata.