martedì 6 aprile 2010

Double Chocolate red wine cake














Tanti anni or sono, ero la spalla tutofare di uno speaker in una radio locale, occupandomi principalmente della parte tecnica.
Detta così potrebbe sembrare qualsiasi cosa invece non facevo altro che regolare qualche volume, cambiare i CD e collaborare ad una attività (giusto per darci un tono eh!) di mixaggio prettamente amatoriale, discutendo del più e del meno con quello che era ed è, tuttora, un amico sin dalla prima media.
Il Giovedì sera, lo trascorrevo quindi così, 'passando' musica da discoteca in una "modesta" emittente radiofonica. Piccolissimo particolare volutamente omesso fin qui, è che la radio in questione aveva una programmazione musicale che, al di fuori delle due ore che mi vedevano "direttore artistico", oltre i pre-melodici (i futuri neomelodici di oggi) e la canzone napoletana classica non andava.
Tempi alquanto duri per noi invece che per quanto cercassimo di fare qualcosa che (all'epoca) ritenevamo di qualità in contropartita non avevamo il benchè minimo riscontro di pubblico, ne maschile, ne femminile, neppure qualche chiamata per errore. I due telefoni fissi collegati ad altrettante spie luminose (lampadine ad incandescenza di 100W l'una e per giunta anche rosse per dare l'effeto cromatico "on-air") in modo da segnalare senza squillo l'arrivo di una chiamata in studio, erano perennemente spente. Di tanto in tanto controllavamo che non si fossero fulminate chiamando un telefono con l'altro. Quel rosso cupo che avvampava nella stanza semibuia era il chiaro segno che eravamo due schiappe matricolate.
Passò poco tempo ed il mio amico partì per il militare. Senza colpo ferire e su assoluta mancanza di giudizio del proprietario fui "invitato" ad andare in onda da solo. Lo feci perchè preso alla sprovvista...mi era stato detto che avrei curato solo la selezione musicale, non più ritmi "discotecari" ma cantautori ed affini, non altro. Invece mi ritrovai da solo, io, il microfono, una pacca sulla spalla ed una stanza insonorizzata con i due famosi telefoni, silenziosi totem sine die, del "successo" che tardava a venire.
Ecco, forse quella fu la prima sensazione di panico della mia vita. Se avessi avuto un pannolone mi sarei lasciato andare senza problemi ma dignità e pseudo cultura mascolina mi tennero seduto a quello sgabello per 180' "a passare" con brevissime introduzioni tutta il repertorio che a me piaceva e che preventivamente mi ero procurato.
Cominciai in sordina e tale rimase il mio "programma" per circa un anno buono, sempre e solo in sordina.
Addirittura il proprietario mi diceva a mò di sfottò che quando andavo in onda in molti pensavano che fosse una altra radio sostituitasi abusivamente su quella frequenza, che prendendone il posto, trasmetteva musica "italiana". Per cui le chiamate all'emittente arrivavano solo per capire se ci fosse qualche guasto tecnico o per informarsi di eventuali usurpatori dell'etere.
La sua testa dura ed una maggiore confidenza con il mezzo da parte mia ebbero tuttavia la meglio nei tempi a venire.
Sia chiaro, mai avuto 300 chiamate a trasmissione come invece facevano altri "fantastici conduttori" che popolavano quel doppio studio in un sotterraneo su una collina che domina Napoli ma qualcosa cominciò lentamente a muoversi. Il massimo, annotato in qualche foglietto di blocknotes stracciato a fine trasmissione, fu 37 telefonate di saluti&richieste!!
Probabilmente non ero adatto a quel ruolo. Mancavo di alcuni elementi fondamentali per fare breccia in quella piccola realtà ma questo l'avrei messo a fuoco solo più tardi crescendo e maturando una maggior sensibilità per piccoli dettagli.
Una fredda analisi avrebbe concentrato su 10 punti le cause del mio "limitatissimo" successo. Passiamole velocemente in rassegna:
1) Parlavo in italiano e non unicamente in dialetto;
2) Non avevo un famigliare in carcere;
3) Non avevo la camicia sbottonata sul petto villoso con tanto di crocifisso in oro massiccio. Lo so che state pensando "...ma in una radio chi ti vede...", eppure era d'uso che i fans di quella piccola realtà chiedessero sempre come erano vestiti i propri speaker-beniamini, dissertando sulle ultime tendenze modaiole. Che riscontro potevo avere io...dicendo sempre jeans&pullover, casomai anche girocollo!!
4) Non avevo scarpe&giubbini di pelle firmatissimi&"originalissimi" (idem come al punto di sopra per le motivazioni);
5) Non avevo l'aria e quindi la voce sospetta di quello che prima o poi avrebbe subito un agguato;

6) Non mi ero sposato a 20 anni e non avevo già 5 figli sparpagliati in giro con uno stuolo di mignot...meretrici da mantenere;
7) Non conoscevo musicalmente nessun cantante napoletano che avesse a che fare in qualche modo con la "melodia".
8) Non avevo esperienza come contrabbandiere;
9) Non avevo mai forzato un posto di blocco o fatto danni allo stadio;
10) Non avevo visto tutti i film di Nino d'Angelo;
Nota. Ho usato il passato ma ciò non vuole dire che adesso sia cambiato qualcosa...eccezion fatta per i film di Nino d'Angelo ovviamente!! :P


Malgrado ciò, noncurante di quelle lunghissime serate silenzione continuai per circa tre anni a 'passare' ogni Giovedì sera De Gregori, Fossati, Dalla, De Andrè ed affini. Un gruppetto di piccoli affezionati oramai lo avevo anche 'costruito' ma la vera soddisfazione non tardò a venire il Natale del quarto anno (l'ultimo di quella mia esperienza) quando pochi giorni prima della Vigilia rispettando una tradizione valida solo per gli altri speaker della radio anche a me arrivò un regalo in sede. Era uno scatolone...più piccolo di altri ma non di tanto, era il mio primo presente volete mettere?! :P
Lo ho aperto come un bambino. Il biglietto recitava: "Ti seguo sempre, non capisco tutto quello che dici ed anche le canzoni solo poche mi piacciono ma sei una 'squisitezza'!. Firmato Sig.ra Maria di Aversa" (da qualche parte lo conservo ancora!).
Il regalo...ah si...due confezioni di caffè, altrettante di pasta, un pacco di zucchero ed uno scatolo di caramelle con qualche cioccolatino!


Passiamo ora alla ricetta. Era da un pò che l'avevo annotata ed era nei miei pensieri...
Trattasi della "Chocolate red wine cake" di Alessandra di MT. L'ho studiata per un pò e poi ho pensato ad una inversione dei grassi che la rendesse "più leggera" e forse ancora più golosa. Nessun grande stravolgimento che sia ben chiaro...solo che...ho sostiuito una parte del burro con pari peso di cioccolato fondente (quando la cioccolata è di buona qualità leggasi "quasi solo burro di cacao"...nel caso mio il 70%). Si lo so...non è proprio la stessa cosa e non pensiate che l'abbia fatto per il solo guadagno in calorie (insomma non è che sia diventata dietetica ehehehe) quanto per quel tarlo in testa che mi diceva..."125g. di burro...tutti li eviterei...ma come...senza stravolgere troppo??"
L'ho fatta per ben due volte in doppia versione 'estetica' e cioè una con lo sciroppo di vino più liquido e la seconda invece più caramelloso. Le foto si riferiscono solo alla prima declinazione. Onestamente erano uguali ...cambiava solo il gioco di consistenze al palato. Probabilmente preferisco quella postata che dona alla torta un freschezza più viva ma parliamo realmente di sottigliezze.
A seguire la ricetta originale con le note per le modifiche apportate.
Va da sè che il dolce si prepara molto agevolmente e quindi un doppio grazie ad Alessandra che l'ha fatta conoscere permettendo a noi di poterci anche divertire giocando sul peso degli ingredienti.


Double Chocolate red wine cake


Ingredienti
75g. di burro a temperatura ambiente (125g. nell'originale);
120g.di cioccolato fondete al 70%, grattugiato (65g. nell'originale);
125g. di zucchero;
2 uova medie codice0, leggermente sbattute;
150ml di vino rosso, a temperatura ambiente (Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);
125g. di farina 00;
1 cucchiaino di cannella;
1 cucchiaio di cacao;
1 bustina di lievito;
(nell'originale c'era anche un 1/4 di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere che io non ho messo però)

Per lo sciroppo
50ml di acqua;
30g. di zucchero;
125ml di vino rosso(Ho usato un buon Nero d'Avola IGT);


Preparazione
Accendere il forno a 170 gradi imburrando ed infarinando una teglia di 24 cm di diametro.
Montare il burro con lo zucchero e poi aggiungere le uova, uno alla volta.
Aggiungere 50g. di cioccolato fondente fuso (preso dal totale dei 120g.) e lasciato leggermente raffredare, incorporandolo progressivamente con delicatezza. Io ho usato il microonde altrimenti provvedere a bagnomaria.
Aggiungere successivamente il vino, mescolare bene, e poi tutti gli altri ingredienti secchi, setacciati. In ultimo, unire il cioccolato grattugiato (i 70 g. restanti). Versare nella teglia e infornare per circa 35'-40' sul ripiano medio del forno (il mio è statico). Non è una di quelle torte che crescono, quindi non preoccupatevi se non succede.
Lasciatela raffreddare benissimo, poi sformatela diretamente su una teglia più grande, rivestita di un foglio di carta da forno che sbordi un po' ai lati.
Preparate lo sciroppo al vino
Mettete acqua e zucchero sul fuoco - fornello più piccolo, fiamma media- e fate bollire fino a quando si raggiungerà la densità di uno sciroppo. Dopodichè, aggiungete il vino e lasciate restringere un po' sul fuoco.
Bagnate la torta con lo sciroppo caldo, versandolo direttamente dal casseruolino dove lo avrete preparato. Procedere senza paura, perché la torta lo assorbirà bene, senza perdere nulla della sua compattezza. Dopodichè, lasciate assorbire ancora un po' e poi, servendovi della carta da forno come appoggio, trasferite al torta su un piatto da portata. Lasciate raffreddare, sfilate via la carta da forno e decoratela piacere.
Chiunque l'ha provata...ha chiesto il bis!
PS
L'alcool ovviamente evapora tutto in cottura ma DIRE più volte e ad alta voce che è fatta con il vino aiuta molto...c'è sempre chi vi rinuncia a priori perchè astemio o "giustamente" la nega ai minorenni...questo si traduce nel fatto che io posso fare il tris!! ahahahahaha