martedì 22 marzo 2011

Torta strudel Parachiula














I soldi ridotti all'osso, due macchine con quasi 130.000 Km l'una per 12 persone, una ragazza autoinvitatasi nella speranza che qualcuno in un momento di follia ci provasse, poche idee lucide, tanta voglia di mare.
Per l'occorrenza sul carro delle amicizie avevamo fatto saltare anche MrGreen, uno pseudo atleta in quanto giocatore di pallavolo semiprofessionista dedito corpo ed anima solo alle droghe leggere e per questo soprannominato ironicamente e con un pizzico di cattiveria il "KurtCobain dei campi Flegrei". Probabilmente a ripensanci bene l'anima l'aveva anche bella che venduta da un pezzo. Gli occhi sotto il ciuffo di ricci brillavano esclusivamente quando si trattava di trovare un modo per alterare i propri stati di coscienza, poi un piattume unico vissuto nel fascino del bello&maledetto che reggeva solo agli occhi di chi non lo conosceva bene. Di contro nessuno di noi fumava, o almeno nessuno prima di quell'estate. Eravamo decisamente un gruppo di nerd eticamente attaccati a pochi principi saldi ai margini di quello che i più ritenevano i 'divertimenti veri'.
L'incontro come sempre avvenne sotto la luce fulgida della sola convenienza vicendevole, noi mettevamo le auto, lui portava due tende da 6 posti ed una amica. Le prime, avanzi dell'ultima campagna in Russia a giudicare dallo stato di conservazione mentre la seconda (l'amica) era una sua spasimante macerata nella adorazione e nel rifiuto costante, adesso in cerca di un fidanzato o anche di un reduce di suddetta campagna militare visto il clima evidente di recupero dal passato.
Il Sabato prima della partenza (prevista per il Venerdì successivo) ci radunammo tutti sul fondo della strada dove abitualmente ci ritrovavamo, per guardaci in faccia in primis con maggiore decisione ma soprattutto per dare una svolta al piano d'esodo.
Fu subito chiaro che la ragazza sarebbe rimasta single per tutta l'estate. Da lontano a qualcuno di noi non parve nemmeno vera. MissColpiDiSole sullo sfondo del marciapiede assolato sembrava una valchiria. Alta, bionda, corporatura robusta, capelli lunghi lisci, occhi azzurri leggermente sporgenti, minigonna di jeans, zatteroni di sughero anni 60'. Se fosse rimasta sullo sfondo sarebbe stato tuttavia meglio perchè una volta che si avvicinò capimmo non solo che era l'antitesi di tutto ciò che è o si può definire minimamente femminile quanto scoprimmo da subito che era di un logorroico stupido da indurre nausea dopo soli pochi minuti di conversazione. In molti abbiamo sospettato che a casa non vedessero l'ora di liberarsene. Alla mia domanda:"Ma lo sanno i tuoi che parti senza amiche con 11 ragazzi e le tende sono solo 2?", cominciò un monologo isterico gesticolato che andava dal paradigma domanda&risposta che lei stessa copriva per intero immaginando le nostre ulteriori perplessità sino a considerazioni insulse di carattere etico-sociologiche che sembravano le riflessioni deliranti di uno studentessa di psicologia sbronza fradicia. Il tutto condito di risolini e strepiti che mettevano continuamente in bella vista i 30 metri quadrati di gengive leggermente sporgenti (anche loro) che aveva.
La risata nevrastenica pseudo coinvolgente ed il continuo cercare il contatto fisico con le mani la fece bollare da MrPink che era al secondo anno di medicina come MissPthirus. MissColpiDiSole 'per todo o mundo e para toda humanidade' era diventata suo malgrado MissPiattola.
La sostanza in definitiva era che il padre e la madre sotto la scusa della fiducia e del rapporto d'amicizia volevano solo liberarsene così come il nostro "KurtCobain" pallavolista che voleva altresì 'smollarla' dopo che aveva avuto con lei (questo lo scoprimmo poi) una storiella di un ora e non altro sotto l'effetto massiccio di erbe aromatiche assortite.

Decisa quindi la meta prendemmo in ostaggio per un pomeriggio intero il telefono di casa di MrPink riuscendo anche a prenotare malgrado la nostra scarsa dimestichezza in merito. Era l'unico (MrPink) infatti che poteva permettersi tante interurbane senza che la famiglia lo lapidasse a pietrate come invece sarebbe capitato ad uno di noi.
In questo modo Puglia fu, poco lontano da Vieste per la precisione, il campeggio più economico di tutto il Mediterraneo paesi africani (all'epoca) sotto embargo inclusi. Sei di noi partirono con le macchine cariche dei bagagli di tutti, gli altri invece in corriera, quella che viaggiava di notte (sempre e solo la scelta più vantaggiosa per le magre finanze collettive), quella che percorreva poca autostrada e molta statale per coprire tutte le fermate nei paesini dell'entroterra delle 'terre di nessuno'.
Io fui scelto per l'equipaggio di una Fiat Ritmo blu scambiato di seconda mano ma, particolare non di poco conto per noi, con i fendinebbia. L'altra auto invece era una Citroen dorata con lo sportello anteriore destro bloccato. Chi vi sedeva per uscire usava il finestrino proprio come nelle migliori auto da corsa con la carrozzeria saldata per sicurezza.
Anche noi con le auto decidemmo per solidarietà di attraversare il sud Italia sotto le stelle accodandoci al servizio interegionale di trasporto su ruote dove c'era appunto il resto della truppa compreso MissPthirus.
Avevamo delle 'merende' preparate con fette giganti di pane cafone con in mezzo pecorino e prosciutto cotto affumicato. Alcune erano completate con peperoni saltati in padella, gli altri invece con la variante delle melenzane a funghetti. Bottiglia di acqua frizzante gelata e l'improbabile percorso sulla statale di quelle utilitarie che sulle discese sorpassavano la corriera, sulle salite invece venivano doppiate dalla stessa. Penso che quella notte la ricorderà bene anche l'autista dell'autobus perchè ogni volta che ci sorpassava sorrideva e sfotteva le due carrette che arrancavano verso il mare con ampi gesti evocativi di presa per il...
Un saliscendi tra colline e paesi, nel silenzio di una fresca notte di Agosto che nell'alternanza di campagna e borghi dimenticati ha fatto da scenario forse ad uno dei più inverosimili viaggi che abbia mai fatto a metà tra l'onirico delle ore che attraversavamo e la precarietà dei nostri mezzi di trasporto che se da una parte non ci facevano rilassare mai più di tanto (gli occhi puntati con terrore su una spia rossa del motore che di tanto in tanto si accendeva...) davano pur tuttavia a quell'effimera e precaria transitorietà le note di una piccola magia da conquistare. Poi l'alba, il mare, le tende montate con notevole dispendio di energie e di fosforo in due giorni (non un secondo prima) e mai vissute se non come ripostiglio per i bagagli che avevamo con noi.
Dormimmo sempre tra la spiaggia e l'ombra di un albero gigante, girando di mattina le brandine al cambiare dell'ombra proiettata per terra. Mai meridiana umana fu tanto precisa.
Il campeggio per noi nerd fu uno shock non da poco. Se per l'igiene personale provvedemmo usando sempre e solo le docce fredde, quelle più pulite per via dell'acqua gelida che convogliavano da non so quale montagna o ghiacciaio alle nostre spalle, per la questione bagno fu invece un lento e prolungato dramma interiore. Per tutti si risolse nell'acquisto con colletta di una boccetta di Guttalax contesa una sera a cena come oro.
Per tutti tranne che per MrWhite, devastato invece da un blocco psicologico malgrado i 7 giorni di inutili visite ai servizi igienici e mezzo bicchiere di lassativo mandato giù a più riprese. Qualcuno parlava già di parto imminente ma non fù così, nemmeno la chimica sembrava venirgli in aiuto.
L'ottavo giorno tutti scesero a mare. Restammo io e MrWhite a discutere sul da farsi. Ventilavamo l'ipotesi di fare un salto alla guardia medica. Ma verso mezzogiorno, in un calura da allucinazioni, nell'aria arsa da un vento caldo e costante arrivò lui dal mare. "KurtCobain del litorale flegreo" risalì lentamente lo sterrato e venne verso di noi. Abbronzato, sotto l'ombra dei ricci due occhi rilassati e distesi di chi aveva visto da poco il nirvana. Non disse nulla. Preparò il caffè nella macchinetta da 9 tazzine (abilmente trafugata da uno di noi a casa), lo zuccherò pochissimo e lo travasò ancora bollente in una bottiglietta d'acqua da 1/2 litro. Sulla collina alle nostre spalle c'era un bagno dove nessuno andava mai perchè era troppo in alto per tutti per via della lunga scalinata non all'ombra che andava percorsa per raggiungerlo e poi come vi anticipavo prima aveva solo docce fredde. Quando vide che le signore addette alla pulizia si allontanarono con la jeep che usavano appunto per andare a pulirlo si rivolse a MrWhite con tono da santone indiano, dicendo:"Adesso possiamo". Io facevo da spettatore in pratica. Salimmo il pendio, "KurtCobain" entro nel bagno e ne usci solo dopo aver modellato la più imponente scultura di cartaigienica vista in vita mia in modo che anche lo schifiltoso MrWhite potesse usufruire del servizio igienico 'quasi' come fosse a casa. Un totem in pratica.
Aprì la porta, fece bere tutto d'un fiato il caffe ancora caldo a MrWhite. Si accese una Marlboro rossa di contrabbando e la mise con un gesto deciso tra le labbra di MrWhite che cominciò a sudare freddo all'istante. Gli disse:"Aspira, non fa niente che non hai mai fumato". MrWhite colto dal misticismo del momento fece tutto quanto gli disse. Fumò e tossì. Poi "KurtCobain" disse perentorio e quasi a bassa voce:"Adesso io e MrBlue (io) ci allontaniamo un pò, ma sta tranquillo che non facciamo avvicinare nessuno!". MrWhite entrò in bagno rapido. Noi ci sistemammo come due guardie sotto un fico spellacchiato a guardare la zona circostante.
Andò tutto bene, anzi benissimo, MrWhite andò 'a meta' senza esitazione.
Il piano di "KurtCobain dei campi Flegrei" rapito dall'estasi guaritrice dei suoi stessi fumi aromatici aveva tuttavia una falla che nel pur acclarato successo del momento individuammo solo una decina di minuti dopo.
Su quella landa collinare desolata, nel pieno del caldo africano il canto delle cicale fu rotto da un urlo che fu insieme soddisfazione e panico...gioia e disperazione...vittoria e lacrime...il tutto racchiuso solo nella stessa esclamazione:"La cartaaaaaaaa!!!!!!!!!!".

"KurtCobain" colto dal delirio della sua artificiale onnipotenza l'aveva usata tutta per mummificare la tazza senza intuire che sarebbe certamente servita poi in caso di successo...
Fu allora che ridendo come due deficienti senza riuscire a prendere fiato iniziammo a correre verso il decadente ed improvvisato supermercato del villaggio che era molto più giù a valle...felici&fetenti per MrWhite che finalmente aveva visto la luce!

Passiamo quindi alla ricetta.
Questa torta come non mi capita spesso la dedico alla mia amica di infanzia, non so se la ricordate quella che anche se con qualche difficoltà in più continua imperterrita ad allenarsi al 'sorriso parachiulo'.
Il perchè non è rilevante qui o almeno lo è nella sola ottica del dolce e quindi ecco che il riciclo delle nostre energie per concentrarle in un sorriso (e che sia 'parachiulo' ovviamente) trova immediato riscontro nella filosofia del riciclo in casa onde evitare sprechi inutili.
Anche se fuori contesto con la dedica fatta pocanzi, sull'argomento "recupero in credenza" (strano che qualcuno non ci abbia pensato per un contest!:P) vi segnalo il post del sempre ottimo Nanni, un compendio di informazioni che valgono almeno quanto una quintalata di riviste e libri di cucina :P
Torniamo a noi però.
Questa torta strudel infatti non ha una sua ricetta di riferimento di partenza ma è stata preparata insieme alla mia ragazza procedendo a braccio. Mai come questa volta eravamo indecisi sulla tenuta del ripieno in termini di consistenza vista le differenti granularità che si incrociavano. Stabilire il giusto equilibrio per una umidità ottimale è stato solo e puro 'chiulo'. Insomma un rincorrersi di 'chiulo&chiulo' che non poteva essere ignorato al fine di inquadrare questo dessert anche nel nome :)
Una delle tre torte preparate (ehm...dicesi complesso del 'morto di fame'...) ancora calda l'ho anche regalata ai miei amici vicini di casa e la premessa seria è stata:"E'un esperimento e non so dentro cosa possa essere successo, ti prego non esitare a farla volare via...".
Ed invece devo dire che anche io sono rimasto sorpreso di questa botta di c...fortuna :)
Ad onor del vero tutta la preparazione è stata giocata su una incertezza che solitamente non mi appartiene. Sono cioè in grado anche di ciofeche incredibili ma parto sempre e solo dopo che una ricetta l'ho studiata per bene, avendone fissato in mente i passaggi chiave. Questa volta invece non è stato così.
Ecco allora che da una frolla profumata con zeste di limone siamo atterrati su un ripieno simil-strudel la cui granularità è stata spezzata da una aggiunta di farcia fresca (mele e pere) che si è amalgamata ottimamente. Per quanto infatti non sia rilevabile facilmente dalle mie orrende istantanee vi assicuro che la farcia era omogenea e soprattutto non era stucchevole con sapori 'secchi&zuccherini'. Questo ovviamente grazie alla tenuta di ottime mele e pere al giusto grado di maturazione per la cottura che hanno stemperato l'impianto 'statico' degli zuccheri secchi.
Un ultima cosa...la frolla che ho usato è quella che prepara spesso mia madre, di difficile lavorazione ma certamente una delle migliori che abbia mai provato per questo tipo di torte. Resta infatti morbida e scioglievole senza un retrogusto di burro. Se volete individuarla per consistenza si potrebbe quasi dire l'anello mancante nel paradigma evolutivo della frolla in pandispagna :P ahahhhaahahahaha

PS
L'ultima foto è anche sfocata...oramai mi vergogno anche ad accampare scuse...sorry :)


Torta strudel Parachiula

Ingredienti per il ripieno
2 Mele Golden dolci ma sode;
2 pere Kaiser dolci ma sode;
40 gr. di pinoli;
20 gr. di nocciole tostate;
20 gr. di mandorle spellate;
100 gr. di cioccolato fondente 85%;
zeste di un arancio e di un limone;
250 gr. di panettone al cioccolato o di panbrioche con 4 cucchiai di gocce di fondente o in alternativa anche pane in cassetta da recuperare, biscotti o crackers non salati sempre con i 4 cucchiai di gocce di fondente modificando però in tal caso il burro che passa da 50gr. a 70 gr. ed aggiungendo un cucchiaio raso di zucchero a velo);
3 fichi secchi grandi;
6 cucchiai di rhum di buona qualità;
4 albicocche disidratate;
mezzo cucchiaino di cannella;
50 gr. di burro;

Gelatina di albicocche

Ingredienti per la frolla
400 gr. di farina 00;
160 gr. burro a temperatura ambiente;
160 gr. zucchero;
2 cucchiaini di lievito per dolci;
zeste di un limone medio;
2 uova intere codice 0 di grandezza media fredde di frigo;

Preparazione della frolla
Fare a fontana la farina mescolata in precedenza con la zeste di limone e con il lievito. Aggiungere quindi il burro ridotto a pezzettini e lo zucchero. Impastare sbriciolando tutto con il classico movimento con le dita che indica 'i soldi' raggiungendo una grana che sia la più sottile possibile (solitamente in una 20' non oltre anche perchè poi cominciano a dolere le dita stesse).
Aggiungere quindi alla fine le due uova ed impastare compattando rapidamente. Riporre il panetto in frigo per una oretta buona.

Nota
Questa frolla è di difficile gestione consiglio quindi di lavorarla sempre con un foglio di carta forno spolverato di farina in modo da trasferire (senza romperlo) i vari dischi di pasta dal ripiano di lavoro allo stampo che si intende usare. Ovviamente infarinare leggermente anche il mattarello metre gli stampi vanno sempre imburrati ed infarinati. Questa potrebbe essere la vostra "frolla"di non ritorno :P

Preparazione del ripieno
Tostare i pinoli in padella, ridurre in granella irregolare le nocciole e le mandorle (io con un batticarne in un sacchetto per il pane), rendere il panettone in briciolame non più grande di un paio di cm, sgranare in scagliette il cioccolato fondente e tagliare in piccoli cubettini i fichi secchi e le albicocche disidradate. Portare tutto in una ampia ciotola di vetro e mescolare con una cucchiarella di legno completando con il mezzo cucchiaino di cannella i 6 cucchiai di rhum di buona qualità ed i 50 gr. (o 70 gr. a secondo che usiate pane in cassetta, biscotti...) di burro preventivamente sciolto e lasciato raffreddare. Coprire con pellicola per alimenti il contenitore e lasciare assestare per 5-6 ore in modo da amalgamare quanto più è possibile gli umori. Se riuscite a programmarlo per tempo potete anche anticiparvi al giorno prima mettendo però tutto in frigo ed avendo l'accortenza di non aggiungere il burro fuso cosa che farete solo prima della preparazione.
Il ripieno sarà tuttavia completo solo con le mele e le pere cubettate piccole, rapidamente aggiunte al resto degli ingredienti ed incorporate in modo omogeneo poco prima di andare ad infornare e cioè con l'involucro di pasta frolla già steso coperto di un bel velo di gelatina di albicocche.
In forno statico a 180° ripiano medio, circa 40'-50' di cottura dei quali gli ultimi coperti con carta d'alluminio per evitare che si scuriscano troppo.