martedì 29 novembre 2011

Cialde simil-choux con mela e uvetta














Puntata di "Che tempo che fa" 20 Novembre 2011, Fabio Fazio intervista Nichi Vendola.
Domande mirate, chiare, sottilmente ammiccanti in alcuni casi ma come (quasi) sempre, un lavoro formalmente ed intellettualmente pulito a prova di critica giornalista superficiale per intenderci. Fazio è un famoso equilibrista televisivo che tra le righe si finge Milena Gabanelli, ma di fatto non affonda mai come dovrebbe, mi verrebbe da dire come Bruno Vespa con gli esponenti dell'ex governo delle 'libertà' ma mi rendo condo che il paragone è iniquo per il primo sotto la voce giornalismo, quello vero non la sua versione pruriginosa da cronaca nera o rosa alla portata di tutti con tanto di plastico come optional.
A scanzo di equivoci quindi confesso da subito una certa freddezza per il conduttore, "reo" a mio avviso di una operazione d'immagine che non trovo corretta.
Mi spiego meglio. Fazio impronta spesso le interviste ritagliando per se un ruolo volutamente servile sul piano colloquiale nei confronti dell'ospite, lasciando tuttavia intendere al telespettatori, con una ottima padronanza del mezzo televisivo questo gli va riconosciuto, che quella è una 'obbligata' furberia da scugnizzo che gli consente di affrontare, più o meno, anche gli argomenti che il suo intervistato reputa spinosi per se. L'affondo sperato non avviene mai però, resta solo un desiderio sospeso a mezz'aria di chi è dall'altra parte dello schermo.
Il duo Benigni-Troisi insegna che per chiedere una cosa al Savonarola di turno è opportuno stare "...con la faccia sotto i suoi piedi, senza chiedergli nemmeno di stare fermo, si può muovere!", Fazio fa lo stesso e la differenza non è il caso di sottolinearla. Lucia Annunziata purtroppo è lontana anni luce.
Per il Presidente della Regione Puglia invece provo una certa simpatia e qui le motivazioni non sono strettamente politiche malgrado qualcuno di voi possa leggerci altro. In modo molto onesto confesso che valuto i singoli esponenti della nostra classe dirigente non certo per i singoli curriculum ma per concretezza e per il loro percorso personale.
Detto ciò quindi, 'navigo' con circospezione il discorso, per altro condivisibile, di Vendola attraverso l'analisi di tutte le conseguenze e gli strascischi del berlusconismo, una sorta di etica rovesciata che lascia passare la 'legge' che se sei bravo la fai franca, logica da cancellare se vogliamo ovviamente costruire un domani meno corrotto del presente.
Il leader politico poi, cambia registro invitato dallo stesso conduttore ed accenna alle sue perplessità sul governo Monti, lasciando intravedere già il primo piccolo miracolo del dopo-Berlusconi. Se infatti prima l'argomento unico di esponenti politici ,sia di destra sia di sinistra con un minimo di 'ratio' era di uscire dalla palude di corruzione morale ed economica dell'imperatore nano, ragion per cui non si intravedevano altri territori di discussione che non fosse Berlusconi e basta, finalmente adesso il focus diventa il liberismo di Monti, non Monti in quanto persona. Come dire, un piccolo passo in avanti è pur stato fatto, non siamo fermi al giudizio morale sull'uomo e finalmente spostiamo la messa a fuoco un pò più in la, sulle idee di cui questi si fanno portavoce.
Qui Vendola a dire il vero mi delude un pò, non sul piano dialettico quanto su quello dell'onestà intellettuale. E' sinceramente in difficoltà a far coesistere due idee altrettanto valide e cioè che Monti è una medicina indispensabile per il nostro paese e quindi va sostenuto a prescindere pur essendo allo stesso tempo un alto esponente di quel liberismo capitalistico che inevitabilmente inasprisce una disuguaglianza sociale inaccetabile di per se.
Avrei preferito invece che Vendola, o chi per lui, in rappresentanza di una certa sinistra fosse stato più chiaro con il pubblico.
Di fatto che il governo Monti sia il minore dei mali è indubbio, che la crisi sia iniziata negli Stati Uniti grazie ai mutui rischiosi concessi alle categorie subprime, ovvero i ceti meno abbienti anche questo è inconfutabile, che tra le banche americane colpevoli del tracollo USA ci sia la Goldman Sachs anche questo è storia, idem la constatazione che la stessa Goldman Sachs abbia favorito l'ingresso della Grecia nella comunità europea coprendo 'alla buona' parte dei suoi debiti, non ultimo l'osservazione che adesso al comando ci siano tutti ex Goldman Sachs, riprendendo l'ironia di alcuni giornali i Goldman’s Boys. Lo stesso Monti è stato vicepresidente di Goldman Sachs incaricato all'epoca di seguire lo stesso dipartimento che aveva ripulito in modo esemplare il debito sovrano greco per consentire ai nostri cugini ellenici di entrare nella zona euro.
Ecco, avrei prefeirito che Vendola non agitasse lo spettro di ombre astratte e chi sa quali poteri occulti ma che semplicemente avesse posto sotto gli occhi di un certo numero di persone, tessere incontrovertibili di storia economica recente lasciando poi allo spettatore la facoltà di intuire i potenziali pericoli, indipendentenemte che la rilevazione fosse stata fatta da un uomo di destra o di di sinistra.
Detto ciò, la delusione si concretizza in modo ancora più subdolo quando Fazio con piglio decisamente ligure, chiede se una patrimoniale fosse stata giusta in quanto lui stesso si sentiva parte in causa, preoccupato del fatto che la stessa avrebbe messo le mani nelle sue belle, strette, privilegiate aggiungo io, ed oneste tasche genovesi (affermando di pagare le tasse...).
Qui Vendola ovviamente fa un piccolo salto mortale, dimenticando volutamente per un attimo chi è Mario Monti e cosa rappresenta, seguendo la linea immaginaria e demagogica di una sinistra poco concreta che spende parole a vuoto per una possibile patrimoniale che tassi in modo proporzionale i ceti più abbienti piuttosto che le solite categorie di impiegati, operai e precari.
Certo è sotto gli occhi di tutti che levare 100 euro a chi guadagna in modo precario o a nero 7-800 euro al mese non è lo stesso che levarne sempre 100 a chi ha introiti superiori (dai 6-10mila euro al mese in su...).
La mia personale opinione in merito non conta però una cosa posso dirla con estrema franchezza. Pochi giorni fa il mio articoletto su Steve Jobs ha fatto si che una lettrice leggesse una sorta di atteggiamento radical chic nelle mie parole. Confesso che per parziale ignoranza ho dovuto documentarmi (dall'origine inglese, passando per Montanelli con la sua Lettera a Camilla, fino all'interpretazione a posteriori data da intellettuali o giornalisti di varie appartenenze). Intuivo la provocazione decisamente carina anche nella formulazione ma non ne capivo la portata non conoscendone in pieno il significato e soprattutto non riuscendo nell'immediato a sovrapporre il termine con qualche personaggio che potesse fungere da riferimento.
L'intervista di Fabio Fazio a Vendola invece mi ha tolto ogni dubbio, adesso so cosa, almeno per me...è radical-chic :)


Passiamo quindi alla ricetta
Quelli che vedete in foto sono dei biscotti ottenuti con la frolla di Paolo Lopriore, la cui ricetta la devo a Sara di QualcosaDiRosso, eclettica e bravissima foodblogger che consiglio per ottimi spunti in cucina, per lo stile con il quale racconta e si racconta ed altrettanto per le sorprendenti gallerie di splendide fotografie. Poco da aggiungere perchè penso che la conoscete tutti, per chi fosse la prima volta invece non vi perdete il suo blog, qui!
Iniziamo subito con il dire che ho eseguito la ricetta cambiando qualcosina ma solo per il ripieno, nulla altro.
Adoro i ripieni ricchi, avendo quindi da provare quanto prima dell'uvetta passa afghana di Herat regalatami da Stefania non potevo far altro che trovare la "scusa" per introdurla nel modo migliore in questa farcia, prima cioè che la terminassimo spiluccandola senza grandi freni. Va detto infatti che quest'uvetta dalle dimensioni non trascurabili per pezzatura ha una nota dolce molto più marcata di altre sue 'consorelle' e la particolarità di essere meno 'secca' ragion per cui l'eventuale ulteriore reidratazione in vini dolci non necessita tempi molto lunghi. La fortuna mia è averla provata ovviamente avendo apprezzato sul campo la differenza qualitativa con le altre di provenienza più "ortopedica" :)
Per l'ArabaFelice oltre al grazie mi vien difficile aggiungere quello che è già sotto gli occhi di tutti e cioè che ha un blog che per stile e contenuti è tra i migliori che conosco. Probabilmente quello che posso testimoniare è che sia lei, sia il marito sono due belle persone, belle sul serio e non per soli canoni estetici, di quelle che guardi negli occhi e dopo pochi minuti fai fatica a collocare mentalmente come 'amici mai incrociati fisicamente prima'. Meritano stima ed affetto anche perchè non è da tutti essere lo specchio fedele di quello che mostra(no) di se in pubblico. Spesso lo scarto tra la versione pubblica e quella privata di un blogger e della sua famiglia crea qualche delusione di troppo, molti si perdono in spessore o simpatia qui invece la differenza è una delle migliori eccezioni che abbia mai visto ed il primo ad esserne stato sorpreso è il sottoscritto.
Sarebbe ridicolo consigliarvi il suo blog, è tra i più popolari però volevo spendere per bene quel senso di continuum che si avverte conoscendoli dal vivo e leggendoli attraverso un diario pubblico :)
Relativamente a questa frolla invece qualche annotazione va fatta.
Essendo un impasto povero di grassi tende a diventare un pò duretto in cottura ragion per cui è necessario stendere la pasta in modo molto sottile in modo da avere una resa croccantella. Di mio sono stato fortunato e non bravo sia chiaro, perchè ho la mania di stendere gli impasti che non conosco quanto più sottili è possibile pur avendo una predilezione per una frolla leggermente più spessa e scioglievole. Cerco di cadere sempre sul sicuro da vero psicopatico :P e questo volta mi è andata bene. Unico consiglio che posso dare è di puntare su ripieni umidi che contrastino in modo complementare e puntuale la pasta "croccantella", che di per se resta abbastanza neutra ragion per cui si potrebbe pensare di adoperarla anche per farcie salate di pari umidità.

Cialde simil-choux con mela&uvetta

Ingredienti

Impasto:
450 gr farina 0;
100 gr. burro;
70 gr. zucchero;
1 grosso pizzico di sale
250 gr. acqua;

Portare ad ebollizione l'acqua con lo zucchero, il sale e il burro. Versarvi in un colpo solo la farina, lavorare per un paio di minuti con cucchiaio di legno, quindi spegnere il fuoco. Formare un impasto e far raffreddare. Riporre in frigo in un contenitore chiuso in modo ermetico per un giorno almeno. Tirare fuori dal frigo almeno 3 ore prima dell'uso condizione necessaria al fine di ritrovarsi un impasto lavorabile con estrema agilità.

Ripieno:
3 grosse mele golden delycious ben sode;
20 amaretti; (ricetta originale 10)
3 cucchiai colmi di zucchero;
100 gr di uvetta ammorbidità in un buon vino dolce (io passito);
1 cucchiaino di cannella in polvere;
20 gr. di limoncello;
2 cucchiai pieni di confettura di albicocche o gelatina di albicocche;
un filo di olio evo;
Succo di 1 limone;

Tagliare le mele sbucciate a dadini, piccoli ma non troppo. Irrorare di succo di limone, cuocere in padella con un filo esiguo di olio evo, la cannella, gli amaretti sbriciolati e lo zucchero finché il liquido sprigionatosi in cottura sia evaporato. Versare a questo punto il limoncello ed aggiungere amalgamando la gelatina di albicocche. Mescolare per bene e tenere da parte.

Composizione:
Spianare la pasta oramai a temperatura ambiente allo spessore di 2-3 mm, possibilmente senza infarinare la spianatoia, ma non sarà il caso se si sono rispettati i tempi di riposo. Ritagliarsi dei tondi con un coppapasta, formare dei mucchietti di ripieno belli consistenti ed un bel pò umidi, chiudere con un'altra tondo di eguale diametro e sigillare molto accuratamente con u rebbi di una forchetta. Cuocere a 180° fino a leggera coloritura, per me 30' circa ma i forni sono differenti e quindi regolarsi tenendoli sempre d'occhio. Spolverizzare di zucchero e servirli :))
Si conservano ottimamente senza perdere in friabilità. Io l'ho fatto aggiungendo ogni volta un pò di zucchero a velo...:P ehehehehehehe