martedì 6 novembre 2012

Gente del Fud al Salone del Gusto



Salone del Gusto.
Garofalo. Gente del Fud. Giorgio, Piero, Laura, Valentina ed Emidio.
Poi mail, organizzazione, commenti.
Un piccolo tunnel sotterraneo scavato poco a poco, parallelamente al quotidiano, scaramanticamente e affettuosamente rilegato in un angolo personale, un puzzle labirintico di Escher con tasselli che si inseguono l'un con l'altro, simili nei colori ma diversi nella sfumatura, quel tanto da suscitare emozioni sempre differenti pur convergendo tutti verso un focus che non si lascia mettere a fuoco volutamente.
Sono partito con MissD, senza aspettative, senza macchina fotografica, con il mio 'diario nudo' da aggiornare, con un paio di bermuda, uno di jeans, un indirizzo per inseguire una mostra di Degas mai vista, una maglietta-pensata con la foto di un finto-prete che ho conosciuto tempo addietro e con il desiderio di cercar di capire quale è la mia posizione all'interno di un gruppo di persone che usa o si lascia usare dalla cucina per assecondare vanità e piccoli sogni, la maggior parte dei quali apparentemente inconfessabili, il più delle volte invece, celati malamente sotto forme ed etichette volatili e solo raramente eleganti.
Ho aspettato che tutto si sedimentasse un pò. Ho fatto scorrere dell'altra vita sopra fino a quando sulla distanza e nemmeno tanto inconsciamente piccole immagini sono tornate ad affiorare naturalmente. Immagini tutte con un nome e cognome tra l'altro. Dal macroscopico al puntuale per non perdere mai di vista il dettaglio, quello che fa la differenza.
Il Salone del Gusto, la madre di tutte le feste di paese, una sagra, anzi "la sagra", la migliore alla quale si possa partecipare. Uno spaccato sociale dal quale si esce inebetiti, la si può tenere a distanza, si possono tentare approcci distaccati, c'è persino chi prova a parlarne 'male', ma alla fine è un ballo che quando proposto è irrinunciabile, che si conoscano o meno i passi della melodia. C'è sempre qualcuno che ha visto o assaggiato qualcosa in più di te, c'è sempre qualcosa che si vuole raccontare che si pensa che gli altri non abbiano scovato. Poi il resto lo fanno...
  • ...le persone pazienti in fila sotto la pioggia con trolley vuoti da riempire; 
  • ...le scolaresche, con carichi di vita che del salone ricorderanno le sigarette fumate di nascosto ai professori e i bicchieri di vino buttati giù di sottecchi tra un rutto di un compagno e le risate complici delle ragazze accanto; 
  • ...le immagini non censurate di cartoni animati per bambini passate su alcuni schermi e rubacchiate quà e là da qualche piccolo furbetto (il figlio di 'Escher' per la precisione...), troppo sveglio per lasciarsi sfuggire l'occasione quanto (fortunatamente) anche troppo piccolo per rilevarne la malizia ; 
  • ...agili e sgambate silfidi malinconicamente impegnate a trovare il giusto sorriso plastico per sdoganarsi da quell'evidente incoerenza di rendersi affini (in qualche modo) al concetto di semplicità e genuinità propria della cultura del cibo, buono, pulito e giusto
  • ...la numerosa presenza di disabili e di persone con handicap, un piccolo grande gesto di civiltà che fa sempre retorica o buonismo a sottolinearlo...ma che proprio 'nun-gliela-fò' a non dirlo;
  • ...i morti di fame che avrebbero 'scavalcato' dolci e fragili nonnine pur di non perdere le degustazioni gratuite, le cui mani sarebbero riuscite a farsi strada su vassoi presidiati militarmente. X-men avidi di cibo a sbafo, occhi buoni che improvvisamente venivano attraversati da una luce perversa, una sorta di trans-delirio gastronomico che portava persino i più goffi ad allungare le mani verso le alzatine con gli assaggini, rischiando magari in quegli stand con produttori coltello-muniti, la perdita di qualche falange!
  • ...le espressioni assecondatrici e finto rapite di chi momentaneamente ha anche cambiato religione, rinnegando il cattolicesimo in funzione di un panteismo naturalista ecozoico pur di accedere alla prova di assaggio di alcune mele bio-eco-integro-eque-social-rigeneranti-per-la-pelle-lassative-sbiancanti-autopulenti...
  • ...gli esponenti di Terra Madre, con i loro suggestivi stand colorati, profumati, il più delle volte desiderosi di un confronto con l'altro-mondo (che eravamo noi), laddove la necessità di un marketing innegabilmente si perdeva nelle quinte di piccoli palchi adibiti a festa, sagra appunto della condivisione del proprio spicchio di mondo, testimoni più unici che rari della diversità culturale umana, un endorsement laico veicolato attraverso un tavolo gastronomico niente affatto virtuale, forse il più bel rumore di sottofondo 'del mondo' che abbia mai ascoltato. 
  • ...gli addetti ai lavori, gli espositori, i professionisti (chef, sommeliers, critici, giornalisti), i blogger, tutti con il proprio carico di personalità, a volte invadente altre meno. Non mi addentro per altre categorie nello specifico per non dover ricorrere a mio cognato avvocato, ma per i blogger, amici-colleghi di "categoria", qualcosina si può aggiungere soprattutto sotto il profilo umano. La 'vanità', il peggior difetto, la convinzione di essere qualcuno per il solo fatto di avere un pass o un microfono, mezzi con i quali far pesare un ruolo inesistente anche all'interno di un microcosmo quale poteva essere un evento 'cuciniero'. Ben altro potrebbe aggiungere chi ha lavorato per noi, dagli chef professionisti, alle signore addette alle stoviglie, dai ragazzi che supportavano gli eventi in esterna, allo staff organizzativo, che ha sudato anche l'anima per far convergere il tutto verso una direzione costruttiva piuttosto che autoreferenziale.
Personalmente, e sottolineo personalmente, faccio miei alcuni momenti, nei quali qualcuno di voi forse si riconoscerà...
  • Le lacrime sincere e irrefrenabili di una siciliana che ha la mia personale stima per aver trasformato un ammanco in cucina, in una vitale e sorridente opportuntità, una piccola lezione che ho fatto mia come un abbraccio da ricordare;
  • Una barese ed una abruzzese che mi hanno accolto con spontaneità, dividendo e condividendo un approccio alla quotidianetà fatto di semplicità, di leggerezza, di affetto e di sorrisi allegri;
  • Un napoletano stabiese incrociato su un ponte di Torino e salutato con affetto come si fa tra terroni che non si vedono da tanto ed hanno la fortuna di ritrovarsi nella nebbia. Abbiamo capito tra la folla ed in distanza che eravamo compaesani solo perchè entrambi avevamo il colbacco in testa e le valigie che lasciavano sul grigio e pulito sentiero pedonale un profumo di caciotte e prosciutti dei nostri monti lattari. Un abbraccio, le foto e i saluti alle rispettive famiglie ci hanno consacrato agli occhi degli altri 'emigranti dal Sud del mondo' a tutti gli effetti...
  • Una genovese con la quale ho avuto un attacco di 'timidezza' (per quanto possa sembrar strano detto da me) quasi a compensazione degli incontri-scontri che quotidianamente abbiamo on-line. Conoscerci da vicino non ha cambiato di molto gli atteggiamenti maturati nel tempo e questa è inaspettatamente una conquista più che una mancata occasione, a riprova di quanto la coerenza nei rapporti non sia solo fumo. Di fatto la prossima volta, porterò a termine quello che mi ero prefisso da tempo...scrivergli una canzone napoletana con un cacciavite sul cofano della sua auto...non quella del marito chiaro, con il quale condivido una stessa logica autostradale! :P ahahahaha
  • Una napoletana milanese, che mi manca come possono mancarmi quei pochi amici che ho, per aver coscienza di ciò che perdo umanamente. Bersagliata dalla mia deficienza in un paio di occasioni, non sempre d'accordo su tutto, ci siamo incrociati, inseguiti, lasciati e accompagnati, percorrendo il Salone come nella vita, a volte insieme altre su percorsi differenti, per poi ritrovarci nuovamente a distanza o ad un tavolino di sera tardi con occhi stanchi a parlare di noi davanti a dei dolci siciliani e ad un latte caldo mai finito;
  • Un napoletano romano che ho avuto modo di osservare da vicino e che spogliato di un approccio 'non-partenopeo', in prima battuta leggermente fuorviante, rivela sulla distanza ironia e cognizione, silenzi eloquenti e intelligenza da vendere. Da frequentare...soprattutto per i suoi primi di pasta, sempre "bilanciati" e di gusto che non vedo l'ora di provare;
  • Una napoletana napoletana, per la quale la stima e l'affetto nascono dall'oggettiva considerazione di una competenza in materia di cibo e cucine che non accetta mai compromessi, culturali e men che mai commerciali. Un sorriso tagliente sotto una mano prudentemente posta davanti al viso che si incarna in una fisicità che per scelta si ritaglia le seconde linee della visibilità, ragionevole compromesso per poi metterci sempre la faccia ed il cuore nella prima linea di una certa etica gastronomica. Si può anche non essere d'accordo con lei, ma è altrettanto verò che mi sentirei sempre intellettualmente orfano se non potessi ascoltare il suo parere. Non si può aspirare ad una amicizia, ma la si può dimostrare e con la napoletana-napoletana spero di essere sulla buona strada, sempre che mi perdoni il fatto che le citofono a casa e scappo :P ehehehhehe
  • Un toscana verace che ha negli occhi accesi la passione per il cibo, sorridente, dalla battuta pronta e dalla dialettica senza accomodamenti. La si può odiare o amare, qui le sfumature modaiole non esistono, ed io non ho avuto (ho) dubbi da che parte stare.
  • Un salernitano impertinente, il cui sorriso e la cui vena satirica e canzonatoria mette di buon umore senza mai cedere alla considerazione scontata. Piacevole e intelligente interlocutore quale che sia l'argomento, uno in grado di ascoltare e con il quale non pesa aprirsi parlando di se, sia in termini leggeri che relativamente a problematiche più serie. Tutti lo cercano, tutti lo abbracciano ed a ragion veduta non hanno torto se quando sono rincasato ho pensato ad una occasione da 'costruire' ad-hoc per rivederlo a cena e prendersi per i fondelli continuando da dove ci siamo lasciati...
  • Un ex-prete, ancor più spogliato degli abiti talari che ritrovo nei panni di un giovane ed estroso 'Escher'. Matematica e giochi ottici, marketing e cuore, concretezza e talento visionario, illusione e carisma. "Gente del Fud" è un quadro in via, sempre maggiore, di definizione che racchiude (a mio parere) il germe visionario delle incisioni del grafico olandese. Un focus evidente non c'è, o meglio, c'è ma in un piano non propriamente visibile per chi si pone nell'ottica del dettaglio. Il 'giovane Escher' con l'esperienza manageriale 'matematica' che gli è propria, adotta un ricorsivo lavoro di aggregazione umana, dove i blogger sono tasselli attivi di un puzzle che disegnano nell'insieme un soggetto, solo teoricamente 'impossibile', e cioè una community del fud trasparente nei valori e nei riferimenti. Il risultato, per quanto parziale, è al momento stupefacente. I food-blogger selezionati, pur non perdendo i propri ego sconfinati e le peculiari diversità, convivono (ed è qui l'effetto ottico che disorienta) sotto uno stesso tetto informativo convergente sotto la analitica e folle luce del suo creatore, uno che ha la mia stima per aver creato anche grazie ad una brillante (e vip) napoletana-milanesizzata, un condotto comunicante di idee e progetti tra due mondi i cui punti di congiunzione soffrono (in altri lidi) sempre di immaturità culturale o manageriale. A questo punto che il 'giovane Escher' (in modo evidente o meno), possa incedere nell'autoreferenzialità o nella logica aziendale è il minore dei mali possibili, nell'ottica di un piccolo miracolo comunicativo che apprezzo per follia, per forza realizzativa e per avere una firma partenopea, condita sempre da un sorriso consapevolmente insano :) 
  • Non da meno stupefacente, la "moglie del giovane Escher", decisa e appassionata quando si tratta di difendere la cultura del cibo e la continuità con una tradizione nel quale non ricadere per malinconia o per mancanza di alternative, quanto da usare per rileggere al meglio il presente nostro e delle nuove generazioni. Dio prima li fà e poi li accoppia, questo è un dato di fatto al punto che ho qualche perplessità su chi abbia l'aureola in famiglia :)))) 
Un grazie sentito infine a Giorgio, Piero, Laura e Valentina per aver svolto un lavoro impagabile, per aver coniugato disponibilità ed ironia a professionalità e doveri, per aver trovato i 'tempi corretti' a tutto ciò, per aver ascoltato chiunque, frantumazebedei inclusi, non fermandosi mai e consentendo a chi come me non aveva che se stesso da accudire di vivere al meglio una esperienza che auguro a tutti soprattutto sul piano umano. Un abbraccio speciale però và agguntivamente sempre (e ancora) a Giorgio Marigliano ed allo ZioPiero perchè senza di loro la mia idea di una t-shirt "ecclesiastica" non avrebbe mai visto luce!

Se siete arrivati fin qui, posso confessarvi che dimenticando la macchina fotografica a casa...sono proprio...la schifezza delle schifezze delle schifezze dei blogger!

Le ultime due cose...
La prima...un appello piuttosto...se avete foto nelle quali vi rovino l'inquadratura...anche per ricordo...me le inviate please! :P ehehheheheehe
La seconda è che emhmm...alla fine...ci provo...non so come andrà...ma un passo l'ho fatto...ho un indirizzo facebook...e da neofita...anche un pò "rincoggionito" proverò a venire a rompere ovviamente...laddove non se ne sente la necessità! :D ahahahahahaha